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Segrate

Mutualità, cooperative e circolino di via Grandi

By 08/05/2013No Comments

Cari amici,

la situazione che si è venuta a creare in questi ultimi anni e che si è particolarmente acutizzata nel corso dell’ultimo, richiede di riflettere seriamente su quanto ciascuno di noi, come singolo o come appartenente ad una comunità di area politica, possa fare. La crisi si presenta con molti effetti pratici e morali, ipotecando in modo inaccettabile il futuro di una larga fetta di italiani.

I giovani non vedono prospettive di un lavoro e non vedono prospettive di una vita da adulti, non riuscendo neppure a pensare di avvicinarsi ad una abitazione, presupposto di un nucleo famigliare.

La mia generazione vive il dramma degli esodati e di una vita rivoluzionata dal mattino alla sera da provvedimenti che hanno prolungato la necessità di lavorare (senza la certezza di un lavoro) di oltre 8-10 anni.

In questo panorama ritorna più che mai attuale il dettato Costituzionale di cui all’articolo 45 “La Repubblica riconosce la funzione sociale della cooperazione a carattere di mutualità e senza fini di speculazione privata. La legge ne promuove e favorisce l’incremento con i mezzi più idonei e ne assicura, con gli opportuni controlli, il carattere e le finalità”. E con lucidità il XXXI congresso dell’Alleanza Cooperativa Internazionale tenutosi a Manchester 20/22 settembre 1995, enuncia i principi imprescindibili della cooperazione come “Una cooperativa è un’associazione autonoma di individui che si uniscono volontariamente per soddisfare i propri bisogni economici, sociali e culturali e le proprie aspirazioni attraverso la creazione di una società di proprietà comune e democraticamente controllata”.

Il concetto di mutualità rappresenta la caratteristica principale di un’impresa cooperativa, ciò che la contraddistingue dalle società di capitali. Infatti,  a differenza di queste, il cui fine ultimo è la realizzazione del lucro e si concretizza nel riparto degli utili patrimoniali, le società cooperative assicurano ai propri soci beni, servizi o occasioni di lavoro a condizioni più vantaggiose di quelle che otterrebbero dal mercato.

Nella nostra città, supportati dalla sensibilità di varie persone di diversa provenienza, si sono già evidenziati alcuni approcci di solidarietà spontanea organizzata. Ora, io credo che la nostra appartenenza di area debba porre in primo piano questi argomenti, che chiamano tutti noi ad un impegno concreto e ad una presa di posizione non delegabile ad altri.

Lo sforzo cooperativo oggi, come alle sue origini, è la risposta concreta ai bisogni di tutti noi. Dalla casa, nelle sue uniche forme oggi possibili, come le nuove formule di “housing sociale”, al lavoro, come forma di organizzazione di interventi organizzati dal basso, alla socialità intesa come luogo di mutuo soccorso, di riorganizzazione culturale (e quanto mai se ne vede bisogno oggi) e di condivisione di vita ed esperienze.

Ritengo pertanto mio interesse esporVi queste riflessioni, anche riferite alla nostra città, affinchè le esperienze acquisite non vengano a disperdersi, ma con l’impegno di tutti noi sappiano rinnovarsi nel solco della tradizione stabilita.

In tal senso, con l’aiuto ed il sostegno di vari compagni del Partito e dell’area del centrosinistra in generale, stiamo finalizzando entro 2 settimane un progetto rivolto al recupero dello spazio di incontro rappresentato dal Circolino di Via Grandi. Questo spazio è ad oggi gravato da un debito verso la Cooperativa Edificatrice, ereditato in buona parte da pendenze non saldate dai precedenti gestori. Questa situazione finanziaria aveva portato il Circolino nei gg. scorsi all’orlo di decisione drastiche ed eccessivamente punitive. Analogamente una gestione volontaria durata ormai da 2 anni aveva sfinito, fisicamente e in parte intellettualmente, il gruppo di persone che ci ha consentito di usufruirne sino ad ora.

Il nostro progetto mira alla stesura di un progetto “industriale” di pianificazione finanziaria ed organizzativa del personale per salvaguardare sia il circolino che la Cooperativa Edificatrice, mediante un piano di rientro del debito sulla base di un finanziamento popolare, e un piano di rilancio di un bar con personale dedicato. A lato di questo il circolino potrà continuare a svolgere quella funzione di aggregante sociale indispensabile per la nostra area politica.

E’ un progetto ambizioso, ma con chi ci sta lavorando, pensiamo anche che, nel suo piccolo, possa essere la prima volta da tanti (troppi) anni che la nostra area costruisca qualcosa a Segrate, assumendosi un impegno e portandolo avanti.

E’ una operazione unitaria di tutta l’area del centrosinistra, per superare situazioni storiche che, alla luce di quanto esposto nell’introduzione a questa lunga lettera, paiono oggi del tutto insensate e indicative solo di una cultura di sconfitte e di minoranze.

Da noi, dai singoli militanti, dai circoli, dalla zona deve ripartire una riscossa morale quantomai oggi necessaria. La nostra forza e la nostra pulizia sono la garanzia di un futuro migliore per il Paese.

Dario Giove